Nel batch di produzione 11/14.11.2010.M abbiamo ottenuto una percentuale di rottura (RR, rejection rate) dello 0.0404%, corrispondente ad 11 pezzi sul totale di 27.210 presenti nel forno.
Ringrazio in prima persona tutti i dipendenti dell’azienda per l’eccezionale lavoro svolto sul nostro principale indicatore di prestazione (KPI, key performance indicator). Antiche Fornaci Giorgi è lieta anche per la committenza che ha acquistato i suddetti prodotti.
Spesso la clientela non ha cognizione di quanto lavoro ci sia dietro il singolo pezzo, di quanti tentativi si fanno per raggiungere un determinato obiettivo e soprattutto di quante volte si fallisce nel perseguirlo.
Il vero motivo per cui scrivo è proprio questo: contestualmente al fortunato risultato di cui prima, posso rivelare che è fallito un progetto parallelo a cui tenevo molto. Un’intera partita di 2.300 pezzi speciali (piuttosto speciali!) è infatti risultata inservibile, e sfido qualsiasi azienda a raccontarne senza vergogna e rammarico.
Un mio profesore di università, il fisico Giuseppe Balestrino, soleva dire che “anche nessun risultato è un risultato“: indica una strada da non seguire.
Magra consolazione però quando dalla ricerca si passa al mercato, in cui i tempi di consegna concorrono alla definizione del progetto e l’occasione può sfumare.
In effetti si potrebbe pensare a quanti scarti producono le industrie, a quanti prodotti scadenti troviamo in commercio per ogni settore, e rassicurarsi nel bel risultato del controllo di qualità.
Oppure dire che una realizzazione complicata è una sfida contro i propri limiti e non si può pretendere di far centro al primo tentativo.
Però sinceramente non ci basta.
Cosa dire? Che ci riproveremo, finchè non ci riusciamo.
Marco Infussi