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Francesco Milizia: Principij di...

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Francesco Milizia (Oria, 1725 – Roma, 1798) è stato un teorico dell’architettura, storico dell’arte e critico d’arte italiano, è ricordato come principale poligrafo del primo Neoclassicismo.
Suo primario campo di interesse fu l’architettura, alla quale dedicò varie pubblicazioni storiche e teoriche. Egli viene per questo creduto erroneamente un architetto: al contrario “non esercitava praticamente l’architettura, bensì possedeva le dottrine che concorrono a farne un conoscitore“. Propugnava la necessità di imitare i capolavori dell’arte greca, poiché questi artisti avevano potuto ispirarsi ad una natura ed a una società non ancora corrotte.

Fu portavoce di una critica architettonica influenzata dal funzionalismo del francescano Carlo Lodoli, ma con un pragmatismo fondato sullo studio della trattatistica e della saggistica francese sulle arti.
Milizia criticava gli abusi stilistici e propendeva per la semplificazione progressiva degli stili: ad esempio, giudicò la Sacrestia della Basilica di San Pietro in Vaticano commissionata a Carlo Marchionni nel 1776 come la più sontuosa e “la più irragionevole… del globo“.

Condotto a nove anni a Padova, presso lo zio medico Domenico, studiò – “assai male” egli stesso ammette – le belle lettere. Disgustato dallo zio dopo sette anni, si rifugiò a Bobbio presso Piacenza. Poi Pavia, Milano e Roma, fino a Napoli, dove studiò logica e metafisica presso l’abate Genovesi, e fisica e geometria presso il celestino Orlandi. Dopo aver tentato invano di raggiungere la Francia, si fermò a Livorno, per mancanza di mezzi, e ritornò a Oria, dove si ritirò in una casa di campagna per studiare le scienze.

A 25 anni, sposò Donna Teresa Muzio, nobildonna di Gallipoli, dove risiedette per qualche tempo. Nel 1761 si recò con la moglie a Roma per amministrare gli edifici di proprietà del re di Napoli nello stato pontificio. Mantenne questo incarico per un quarto di secolo, fino al 1786 per dedicare il suo tempo agli studi storici e teorici d’arte e architettura. Iniziò a studiare architettura “senza saper neppure disegnare“. Innamorato di quest’arte scrisse Le Vite degli Architetti più celebri, opera che, insieme a molte altre, ebbe un notevole impatto tra il pubblico.
È a Roma che scrisse le sue opere più importanti e che iniziò a battagliare con gli eruditi del tempo, attirandosi la vigilanza della Santa Sede e l’ammirazione di molti studiosi. Fu amico del pittore filosofo Mengs, di cui compilò le opere.

Malinconicamente così scrive il Gamba: “Nel 1798, quando Roma era nel disordine, egli viveva tranquillamente nel suo gabinetto, dove, sorpreso da un reuma, che presto si cangiò in polmonite, cessò di vivere nel mese di marzo, compianto dagli amici, dai professori e dagli amatori sinceri delle sue belle arti“. A sancire il valore elevato del suo ingegno illustri personaggi, tra cui il Gioberti, il quale scrisse: “Nelle arti il giudizio diritto e sicuro di F. Milizia e l’ingegno straordinario del Canova, cominciarono un’età novella e educarono al vero bello il gusto della nazione“. Un altro illustre teorico del tempo, il Cicognara così seguita a scrivere: “L’opera del Milizia rovesciò il sistema di pensare in materia d’arte“.

Ed, infatti, nei suoi scritti giudicò aspramente le esuberanze barocche e ancor più le fantasie settecentesche, indicando insieme al Winckelmann e al Mengs, come unica forma d’arte degna di essere chiamata tale, il classicismo. Ardente ammiratore del Rinascimento, in cui vedeva attuati i canoni del bello ideale, di lui si ricordano i giudizi discussi e discutibili su Michelangelo e sul Borromini, definito matto frenetico.
Ciononostante, è il Gamba ad esprimere, meglio di chiunque altro, la sintesi della sua opera e del suo contributo alla cultura italiana ed europea: “Si rimprovera al Milizia di essere stato ne’ suoi scritti acre e mordace, ma intanto le sue opere si leggono con avidità, le sue teorie hanno fatto nelle arti belle una fortunata rivoluzione, il suo nome è rimasto caro a chiunque o vuoi costruire con gusto, o vuoi viaggiare con frutto, o vuoi erudirsi senza pedanteria“.

Segue la lista delle sue pubblicazioni:

- Le Vite de’ più celebri architetti d’ogni nazione e d’ogni tempo, precedute da un Saggio sopra l’architettura. Roma 1768.
- Memorie degli architetti antichi e moderni. Parma 1781.
- Del Teatro. Roma 1771, Roma 1772, Venezia 1794.
- Principj di Architettura Civile. Finale 1781, Parma 1781, Bassano 1785, Genova 1786, Roma 1800, Milano 1832, Milano 1847.
- Dell’arte di vedere nelle belle arti del disegno secondo i principj di Sulzer e di Mengs. Venezia 1781, Genova 1786, Venezia 1792.
- Roma: Delle belle arti, del disegno, dell’Architettura Civile. Bassano 1787.
- Dizionario delle belle arti del disegno estratto in gran parte dalla Enciclopedia metodica. Bassano 1797, Milano 1802, Milano 1804, Bassano 1822, Bologna 1827.

Dall’incipit di Idea generale dell’architettura: “L’Architettura è l’Arte di fabbricare: e prende denominazioni differenti secondo le diversità de’ suoi oggetti. Si chiama Architettura Civile, se il suo oggetto si raggira intorno alla costruzione delle fabbriche destinate al comodo, ed ai varj usi degli uomini raccolti in Civil Società. Se lo scopo è di fabbricare nell’acqua, e di renderne per mezzo di macchine l’uso più facile, dicesi allora Architettura Idraulica. Quando il suo oggetto è la costruzione di vascelli, e di altre macchine galleggianti, si chiama Architettura Navale. Finalmente vien detta Architettura Militare, se s’impiega a fortificare i luoghi, per difenderli con solide costruzioni dagli insulti dei nemici, e dagli sforzi degli strumenti marziali”.

 

SCARICA | Francesco Milizia: Le vite de più celebri architetti
SCARICA | Francesco Milizia: Principii di architettura civile - Tomo primo
SCARICA | Francesco Milizia: Principii di architettura civile - Tomo secondo
SCARICA | Francesco Milizia: Principii di architettura civile - Tomo terzo
SCARICA | Francesco Milizia: Principii di architettura civile
SCARICA | Francesco Milizia: Osservazioni ed aggiunte ai Principii di architettura civile
 
Monday, March 5th, 2012 | Posted in Biblioteca